Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è da più parti visto come una imperdibile occasione per mettere l’Italia definitivamente sulla strada dello sviluppo, sia sul fronte pubblico sia su quello privato. La cifra stanziata dall’Unione europea è nota: 221 miliardi di Euro, da investire entro il 2026.
La Digital Transformation è uno degli elementi che permetterà di indirizzare il 33% dei fondi sul settore tecnologico. Una delle sfide più importanti per le Tech Company è comprendere come accedere ai fondi e quindi cogliere le preziose opportunità offerte dal Piano.
Le strade da percorrere
Gli strumenti da disposizione per le imprese sono tre:
- - Bandi Europei di Ricerca & Sviluppo
- - Gare Pubbliche della PAC su progetti del PNRR
- - Fondi su Bandi Nazionali/Regionali (PNRR/MFF)
Più ampie, invece, sono le modalità di coinvolgimento.
Le imprese, infatti, possono contare su forme di partenariato articolate in diversi modi: direttamente o in qualità di fornitori, alla risposta, o come fornitori di PAL o Imprese che partecipano ai bandi.
Come detto poc’anzi, si può poi partecipare direttamente agli stessi bandi per finanziare attività interne di R&S.
Da quanto esposto appare chiaro come le Tech Company possano beneficiare di quanto previsto dai diversi dispositivi del PNRR per progetti o iniziative previste sia nel settore pubblico sia nel settore privato, sia – ovviamente – per la propria crescita, destinando le risorse del Piano al miglioramento dei propri propri processi produttivi o gestionali e alla formazione di dipendenti e collaboratori.
Focus: il settore pubblico
Il ventaglio di possibilità per le Tech Company interessate a progetti per il settore pubblico è piuttosto ampio, e contempla le seguenti ipotesi: interventi in infrastrutture digitali, consolidamento dei Data Center pubblici, migrazione in Cloud di dati e servizi pubblici (secondo l’inquadramento nella “Strategia Cloud Italia”), valorizzazione dei medesimi dati.
Le risorse in gioco non sono esigue, se si considera che oltre 2 miliardi di euro sono destinati al miglioramento complessivo della qualità dei servizi digitali offerti ai cittadini, mentre 611 milioni dovranno essere investiti nella digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali.
Naturalmente un ruolo tutt’altro che secondario è giocato dalla sanità. Le direttrici delle risorse puntano a potenziare innovazione e ricerca, e a digitalizzare il Servizio Sanitario Nazionale.
Ciò dovrebbe avvenire su due livelli: l’approccio, che guarda sempre più alla medicina territoriale e alla casa come primo luogo di cura, e dove è forte il focus sulla telemedicina; le dotazioni, con il conseguente ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero e con il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati.
Il digitale emerge con consistenza anche tra le altre pieghe del PNRR.
Ecco, a titolo di esempio, quattro settori in cui le Tech Company possono trovare opportunità di coinvolgimento:
- - Turismo e cultura (stanziamento per 500 milioni di euro)
Il target della misura sono musei, archivi e biblioteche, con l’obiettivo di digitalizzare le risorse culturali e creare una nuova infrastruttura digitale nazionale per renderle attraverso piattaforme dedicate.
- - Rivoluzione verde e transizione ecologica (stanziamento per 100 milioni di euro)
La digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette – target della misura – si traduce nella digitalizzazione dei servizi per i visitatori e nella semplificazione delle procedure.
- - Infrastrutture di mobilità sostenibile (stanziamento per 250 milioni di euro)
Il target sono le autorità di sistema portuale. L’obiettivo è sviluppare un sistema digitale integrato del trasporto merci e della logistica, per mezzo della dematerializzazione dei documenti e dell’interoperabilità di dati e informazioni.
- - Istruzione e ricerca (stanziamento per 2 miliardi e 100 milioni di euro).
Scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori, In sintesi, Scuola 4.0. Il target sono quindi gli istituti scolastici, e l’ambizioso obiettivo è trasformare circa 100 classi in ambienti innovativi di apprendimento, dove attuare forme di integrazione tra tecnologie digitali, virtuali e fisiche.
500 mln
TURISMO
E CULTURA
100 mln
TRANSIZIONE ECOLOGICA
250 mln
INFRASTRUTTURE MOBILITÁ SOSTENIBILE
2.1 mld
ISTRUZIONE
E RICERCA
Per quanto riguarda le modalità di accesso ai fondi, che variano a seconda della tipologia di intervento, le Tech Company possono percorrere due strade: essere coinvolte dalle PA già in fase di sviluppo e presentazione delle diverse progettualità; essere ingaggiate una volta che gli enti avranno ottenuto i fondi.