Un report evidenzia nello sviluppo del cloud un gap del 37% da parte dell’Italia rispetto agli obiettivi del Decennio Digitale Ue. Come fare per colmarlo?
Il 9 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato il Decennio Digitale Ue, un piano caratterizzato da una precisa visione e da chiare prospettive per la trasformazione digitale dei Paesi dell’Unione entro il 2030. L’Italia rischia di fallire il raggiungimento degli obiettivi fissati da quel piano.
A dirlo è un rapporto realizzato da Deloitte, dal quale emerge immediatamente un dato: solo il 38% delle imprese utilizza i servizi di cloud computing, a fronte di un target europeo del 75%. La matematica di base ci dice che l’Italia deve raddoppiare gli sforzi, per colmare quel 37% di gap che la separa dall’obiettivo.
Il rapporto – dal titolo I progressi verso l’ambizione del Decennio Digitale dell’Ue – evidenzia mancanze italiane anche in altre aree. La percentuale di famiglie raggiunte dalle reti VHCN (Very High Capacity Network, cioè la banda ultralarga) è stata nel 2021 del 34%: il gap verso l’obiettivo del 2030 è del 66%.
Le aree da colmare non sono poche (tra tutte, a livello europeo, emerge la mancanza di specialisti dell’ICT), e ciò rallenta la corsa dell’Ue verso una maggiore competitività, verso un approccio più sostenibile per l’ambiente e verso una maggiore resilienza a tempi che si annunciano duri. Il Parlamento europeo, infatti, ha stimato che il costo dell’inazione potrebbe essere di 1,3 trilioni di euro (cioè 1,3 miliardi di miliardi).
38%
imprese in Italia che
utilizzano il cloud
75%
imprese in europa che
utilizzano il cloud
L’importanza del cloud
In questo scenario, i servizi cloud giocano un ruolo strategico: contribuiscono a rinforzare la sicurezza dei dati, guidano processi di efficienza (e di conseguenza di crescita aziendale), offrono nuovi insight e riducono i costi per le imprese. In altre parole, consentono ai protagonisti del tessuto economico di migliorare la propria condizione e il proprio business, e di raggiungere gli obiettivi fissati dal Decennio.
Il rapporto evidenzia quattro strumenti a disposizione della politica – europea e nazionale – per instradarsi efficacemente verso il traguardo del 2030. Oltre al coordinamento dei governi per garantire che gli investimenti digitali siano mirati, sincronizzati e tempestivi, altre tre misure sono specificamente disegnate sul terreno digitale: il collegamento degli ecosistemi digitali, la dimostrazione del digital value attraverso progetti pilota e la valutazione attenta dei benefici, e infine la condivisione dei dati. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la garanzia di accessibilità, riutilizzabilità e sicurezza dei dati stessi sarà d’aiuto nel facilitare la condivisione e nel sostenere gli ecosistemi digitali (smart city, smart energy, mobilità e sanità digitale).
Il ruolo dei vendor
L’importanza strategica del cloud è dunque acclarata. Ma il compito di aiutare le aziende e gli operatori dell’IT a colmare il gap non è appannaggio solo delle istituzioni politiche. Tutti possono dare un contributo importante.
Nel caso di Esprinet, i vendor presenti all’interno del Cloud Marketplace sono certamente di aiuto agli operatori IT nel colmare il gap del 37% di cui abbiamo detto all’inizio dell’articolo, con un ventaglio di strumenti di provata efficacia: webinar dedicati (sviluppati dalla stessa Esprinet), percorsi formativi (targati Microsoft) in ambito digitale per ottenere competenze specifiche e relative certificazioni, training commerciali e tecnici su numerosi brand (Partner Academy Veeam, Workshop Acronis, ecc...).